Irene ha quasi quarant’anni, due dottorati, alle spalle un sogno americano fallito e nessuna certezza. È tornata in provincia per accudire la madre malata, e la vita che sognava –fatta di studio, carriera e libertà– si riduce a una quotidianità di medicine, attese e silenzi. Tra l’odore dei disinfettanti e i ricordi d’infanzia, si consuma lo scontro tra due generazioni: le madri, cresciute nella fede di un futuro migliore del passato, e le figlie, educate a non deludere ma costrette sullo sfondo e adulte solo a metà. Davanti al dolore degli altri, Irene sperimenta che crescere non significa soltanto prendersi cura, ma anche lasciar andare.