Poesia come parole che arrivano inattese e che non sono programmabili. Come via poi faticosamente costruita ed elaborata per tentare un dialogo interiore che colleghi i conflitti attuali alle ragioni personali, tutte, di chi queste parole accoglie e dà sulla carta. In questi testi le tracce dell’esperienza personale, ambientata fra storia e memoria, si legano al triste fascino della pena che opprime il segno biologico e del “frastuono morale” che ferisce ogni percorso umano. Paolo Cagnetta vive solo in un suo eremo appena fuori Milano. Passa il suo tempo leggendo, guardando la televisione, comprando libri e giornali, facendo la spesa in quartiere suburbano, apsseggiando per la città. Raramente va al cinema. Inutile dire che non vede quasi più nessuno e che quasi mai esce di sera. Non ha il senso di un suo futuro. Aspetta. Basta cose è la sua terza raccolta di poesie. In precedenza ha pubblicato Il punto morto (Padova 1971) e Onore al paradosso (Milano 2001). |