Ferragosto di un anno futuro non troppo lontano. Milano è da tempo preda di una sconosciuta quanto ingovernabile pandemia. Nel Megàteon di una svettante cybertorre in vista del Duomo, un ragazzo down riesce a ottenere dal riluttante supercomputer Cobol l’accesso alla realtà ipervirtuale dei trascorsi di famiglia.
Un safari visionario in più dimensioni, ricco di colpi di scena, a caccia di immagini e di personaggi irripetibili, che rischiano di svanire nel nulla per un collasso di civiltà.

La biografia di Mario Malloggi, originario di Pontremoli (Città del Libro), parla fin dagli
inizi di un percorso fra intellettuale e avventuroso. Ma ben presto è il mondo della comunicazione che attrae definitivamente l’Autore. Chiamato all’esordio in narrativa da Elio Vittorini, Malloggi pubblica il suo primo romanzo Le colline si muovono, finalista al “Premio Viareggio”. Lavora quindi per il giornalismo, la pubblicità, la televisione, il cinema. Collabora con i registi Olmi, Magni, Taviani, Gregoretti. Diviene responsabile dell’immagine di primarie industrie elettroniche di consumo, operanti sui mercati d’Europa e d’America. Negli anni 2000 pubblica i romanzi Gingol e Il volo di Icara.