Un antidoto contro il veleno dei pregiudizi e dell’ipocrisia, davvero utile in un mondo di finte comunicazioni e di effettiva incomunicabilità; uno straordinario viaggio di fine millennio, per cammini reali e virtuali, nel tempo e oltre il tempo, alla ricerca di un enigmatico e sfuggente “personaggio”... Canto del Capro è l’etimologia di “tragedia”, e l’opera ha gli stessi effetti catartici dell’antica matrice. Sorta come cronaca di un’esperienza autobiografica, si trasforma in un arcano dramma, concepito nello "spirito della musica". Una tragedia intellettuale, incruenta ma non priva di crudeltà, fiera di cantare il primato dell’amore in una civiltà “spaventata dall’amore”. Stefano Molinari è nato e vive a Milano. All’attività imprenditoriale, in collaborazione con i suoi due fratelli, affianca un’ampia attività artistica, letteraria e musicale. Canto del Capro è la sua opera più importante, frutto di una particolarissima ricerca più che ventennale. |