Catedral Italiana procede per agnizioni nette, ma che, magari in anafora di strutture quasi identiche, sembrano potersi contraddire al verso successivo («I turn my fragility into power, I turn my fragility into / more fragility»). Tratteggia episodi o luoghi – spesso reinterpretati nel ricordo o trasfigurati nel sogno – e nello spazio tipografico di una riga bianca crea salti, dilatazioni che cambiano, sideralmente, piano al discorso. Dall’introduzione di Stella Poli Tradotto da Letizia Imola |