Con quella barba e quell’accento da toscano giramondo, Claudio Belli mi fu istintivamente simpatico: mi piaceva la sua evidente determinazione a mettere insieme una rete idrica in un buco infernale come Nassiriya. Cento giorni, ha scritto Claudio, e leggendo il suo diario si capisce che valgono come mille anni, perché in Iraq il tempo ha una valenza diversa e non solo per il fuso orario. Claudio è uno di quelli che ci hanno provato sul serio a rimettere in sesto un paese disastrato. dalla prefazione di Meo Ponte Claudio Belli si è laureato in Geologia a Pisa nel 1966. Ha un’esperienza professionale di quasi quarant’anni, dei quali ben venticinque trascorsi nei paesi in via di sviluppo: circa vent’anni in Africa, tre nella ex Jugoslavia, quindi in Afghanistan e Iraq, coprendo vari settori della geologia applicata, dalla ricerca mineraria a quella petrolifera, dall’insegnamento universitario alla cooperazione internazionale, nell’ambito della quale si è occupato di progetti idrici e ambientali. Attualmente è consulente della Cooperazione Italiana (Ministero Affari Esteri) in Afghanistan. |