Della nostra civiltà –parafrasando Bernanos– è ormai rimasta solo la scorza: svuotata di ogni valore, essa si regge sulle fragili fondamenta del consumismo, tiranneggiata dallo scorrere sempre troppo rapido del tempo. Non tutti, però, sono pronti ad accettare passivamente il declino e l’inevitabile caduta del nostro moderno impero globale. I protagonisti dei racconti presentati in questa raccolta, infatti, si accorgono che un’altra vita, lontana dall’onnifagocitante universo urbano, è possibile: davanti all’allarmante visione di un –purtroppo verosimile– futuro metropolitano, nella solitudine delle montagne piemontesi o circondati dal silenzio di una masseria in Campania, questi tre uomini trovano un vero tesoro di ricchezza spirituale. Benché i racconti appartengano a generi diversi, questa silloge è percorsa dal fil rouge della riscoperta di valori che la città –e la sua sedicente civiltà– hanno perduto per sempre. Aldo Gentile Campanella è nato a Moncrivello, nel vercellese. Terminata l’attività lavorativa di geometra nel 1996, si è ritirato a scrivere nella pace dell’adorata Valle di Susa. Da ogni sua parola traspaiono amore per la natura e per la vita in campagna e, soprattutto, una notevole insofferenza verso la grande città. |