L’Arte si esprime con molteplici forme e in altrettanti modi, ma le armi degli artisti sono le parole, i colori, i gesti, i suoni. Di queste, gli strumenti da loro preferiti sono i fogli, le tele, la creta, le note, il corpo. Il corpo, ecco. Un corpo –quello di Marco Pierin, magnifico danzatore classico sui maggiori palcoscenici internazionali– che quando si muove armonico, leggero e, nello stesso tempo, potente, esprime una forma di poesia: la poesia del gesto e del movimento. Ma in lui, nella sua ansia di vivere, questo non basta e, oltrepassata la scena, Marco danza ancora, non più con il corpo, bensì con le parole e questa danza, ricca di ritmo e sentimento, si trasforma in poesia scritta. Quando, come in questo caso, danza e poesia si incontrano ci dicono ancora una volta che l’universalità dell’Arte non ha bisogno di spiegazioni, ma solo di emozioni, quelle emozioni che l’artista/danzatore/poeta riesce a restituirci in questa raccolta di poesie colme di sensibile, appassionata consapevolezza.

Può un bambino, a soli dieci anni, decidere senza commettere errori il suo futuro di uomo? Difficilmente. Difficile, sì, ma non per tutti, non per Marco Pierin.
Affascinato dal teatro e in particolare dalla danza classica, entra decenne nella scuola di ballo del Teatro alla Scala. Ne esce dopo otto anni di studio durante i quali il suo corpo si tempra alla disciplina della danza. Da questo momento lo attende una carriera che lo vedrà interpretare i più importanti ruoli del repertorio classico su molti e prestigiosi palcoscenici internazionali. Quando, all’apice di una splendida carriera, decide di lasciare le luci della ribalta agli astri nascenti, non abbandona la danza, ma, nelle aule dove la “sbarra” ne circonda tre lati, mentre il quarto è occupato da uno specchio a tutta parete, Marco Pierin, da appassionato maestro, trasferisce ai giovani il sapere, la tecnica e l’esperienza che lo hanno reso un nome indelebile nel panorama della danza classica italiana.
Come poeta, Marco Pierin, ha pubblicato Incontro alla luce (1998) e Dal buio una voce (2002).