Le frontiere invisibili sono le linee di confine che un’intera generazione ha dovuto superare, costretta dai tragici eventi della Seconda guerra mondiale. E lo ha fatto indossando ora le ruvide vesti del soldato, ora quelle stracciate del prigioniero di guerra e del reduce, ora quella del renitente che, grazie a esse e a numerosi altri espedienti, ha mascherato, per puro spirito di sopravvivenza, la propria condizione di clandestino. In particolare, le frontiere invisibili di cui si parla nel libro sono quelle svizzere, quelle, cioè, di un territorio neutrale, meta di tutti coloro che, in varia misura, lo scelsero come patria e rifugio durante il conflitto, in attesa di tornare a casa. Le vicende narrata dimostrano che, alla fine, i protagonisti –soldati, reduci, renitenti e fuggischi a vario titolo– hanno comunque dovuto combattere una guerra, anche nel tantativo di eluderla, e sono tutti vittime di un passivo bilancio che la Storia stenta, ancora oggi, ad azzerare.
Enrico Beretta è nato a Tirano (SO) nel 1956. Vive a Tirano e lavora in Valtellina come medico ospedaliero. È sposato e ha due figlie. Ha pubblicato nel 2002 un libro di racconti, Il pozzo di creta, e nel 2005 un romanzo, Il giudizio sospeso.
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