“La terra è un buon investimento: non se ne produce più”: questa è una battuta dell’umorista Will Rogers, leitmotiv del presente saggio. Mario De Gaspari, ex sindaco, sa perfettamente che il suolo, il territorio che costituisce l’habitat di una comunità, è il suo bene più prezioso, proprio perché, a differenza di un manufatto che può essere riprodotto a infinitum, ha limiti fisici oggettivi e, una volta usato, è perduto e, a meno di far implodere gli ecomostri che lo deturpano, consumato irrimediabilmente. Questo saggio è, dunque, un atto d’accusa, teso a mettere in evidenza la commistione, non certo virtuosa, tra amministratori e imprenditori, che usano la terra che circonda la città non tanto per il bene comune, quanto per compiere operazioni immobiliari dalla valenza quasi esclusivamente finanziaria, e anche un j’accuse che vuole mostrare come le concezioni liberiste presentino spesso un sottoprodotto inquietante: la libertà di saccheggio.
Mario De Gasperi, nato a Milano nel 1951, laureato in Filosofia all’Università Statale, psicologo, ha insegnato Pedagogia nella Scuola di Servizio Sociale del comune di Milano. È docente di Fondamenti di counselling e Interventi nella comunità e nelle organizzazioni alla Academy of Behavioural Sciences di Reggio Emilia. È stato sindaco di Pioltello dal 1997 al 2006 e consigliere della Pronvincia di Milano dal 2004 al 2009. È appassionato di urbanistica e di storia dell’architettura.
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