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Miti Logiche è decisamente un libro di frontiera. Una frontiera come una riga in terra e come un giorno in cui iniziare e uno in cui finire. Granda, 1999-2006. Non a caso la seconda parte del libro vedere porta la seguente dedica a poche donne, e altrettanto pochi uomini che sanno dov'è la frontiera. Di frontiere ce ne sono tante in questo libro, quella della provincia polverosa di Mc Carthy, laggù a El Paso, quella della rivoluzione tra le lenzuola del Chelsea Hotel di Cohen, a New York e quella dello squartamento della parola di Caproni. Lungo il viaggio attraverso le 34 poesie di Miti Logiche, Fabio Donalisio, urla sottovoce che le cose sono atroci nella loro normalità. E lo fa scarnificando superbamente le parole, piantandole come spilli di acciaio lucidi e gelidi in una vodoo doll, giocando con il dètournement. L'esperienza personale e il contingente si aprono a una rivelazione simbolica con un significato preciso: la morte che siamo non la sappiamo e comunque andiamo. Questa morte senza testamento, nostra e altrui, il mondo senza dio, tutto ciò che ci è negato, attraverso i suoi occhi debordano in una parola: bellezza. Miti Logiche ci urla perché essere nati sia, di per sé, il grande inconveniente della vita. Perché fare almeno una rivoluzione lungo il suo corso sia l'unico dovere che abbiamo verso noi stessi.
ciurans
Rating: [5 di 5 Stelle!!] |
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