Morte, perdita, lontananza sono alcuni dei temi presenti nei testi raccolti in questo quaderno segreto lungo trent’anni da una persona comune ed estranea ai lavori della società letteraria. Un libro di poesie che va a ritroso nel tempo e, attraverso la memoria riscontrata di fasi di vita variamente aspre per l’autore, suggerisce l’importanza della parola detta e scritta a se stessi. I modi e i giochi verbali sono quelli ampiamente diffusi nel parlato sentimentale e politico degli anni Settanta e Ottanta del Novecento. In una città che è Milano, in uno strato sociale che è la piccola borghesia scolarizzata, in un luogo della società civile e politica che è la sinistra democratica. Paolo Cagnetta è nato a Terlizzi (BA) nel 1945 e vive a Milano. Si è laureato in Lingue e Letterature straniere all’Università di Bari nel 1969. A Milano dal 1969, ha prima lavorato come impiegato presso Alitalia, poi come insegnante di inglese e dirigente scolastico, impegnandosi nella sperimentazione didattica e nel volontariato sindacale e politico in varie organizzazioni di Cgil e Pci, di Pds e Ds. Ha pubblicato, nel 1971, la raccolta di poesie Il punto morto. |