Ho incontrato per la prima volta Massimo Barozzi alcuni anni fa, in occasione di una delle mie iniziative da laghée, ovvero uomo “insubrico”. (...) Abbiamo una cosa in comune: l’amore per la nostra terra, il lago, la storia, la tradizione contadina, la cultura della natura pulita e del mangiare sano, oltre alle esperienze professionali a cavallo fra Italia e Svizzera (...); il suo racconto è un grido d’amore verso la vita semplice fra monti, laghi e cibi sani, coronato dall’arrivo della capretta. (...) La cultura di Barozzi ha molte sfaccettature, con originali chiavi di lettura della realtà. E così ricerca filosofica e fantascienza diventano via di liberazione dal computer verso la poesia, l’amicizia, l’ecologia e la libertà.

Nanni Svampa

Massimo Barozzi nasce a Luino. Da anni svolge con passione un lavoro di ricerca poetica che gli ha permesso di distinguersi in vari concorsi letterari e di farsi conoscere anche all’estero. Ha pubblicato la silloge Uomo Sintetico (1992, Premio di Poesia Il Grillo - Città di Varzi) e la silloge Marìa Bulimìa – poesia alimentare (1995). Pur ritenendo la poesia la migliore forma di espressione culturale, ha deciso di riproporsi con questo romanzo (opera prima sperimentale).