Alla fine Bianciardi ammette che al primo viaggio, quello fisico, se ne è affiancato un altro, un viaggio nell’infanzia […]. E poi capisce anche di aver fatto un terzo viaggio, nella libertà, poiché il ritorno a casa è anche il ritorno agli impegni: “libri da tradurre, libri da scrivere, libri da leggere, libri da illustrare…” (dalla prefazione di Stefano Bartezzaghi) Uscito nel 1969, Viaggio in Barberia è il reportage dell’avventura nordafricana di Bianciardi e dei suoi compagni di strada (“cinque persone poco meno che normali”), che attraversano il Maghreb (che “dunque, è la Barberia”) a bordo di una Fiat 125: quello che vedono, ciò che annotano, i problemi che sorgono sono lo specchio di cinque anime belle, la loro relazione con se stessi e gli altri, la loro weltanschauung. Ne scaturisce un resoconto vivace, come è in genere la prosa di Bianciardi, ma che, nel suo ricorrere ossessivo al passato, già adombra l’idea della fine di un altro viaggio.
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